IPERVENTILAZIONE
Oggi è arrivata l’ennesima cliente che, dopo aver fatto una seduta di respiro con me ed aver provato anche a casa da sola, ha sperimentato delle sensazioni di paralisi temporanea che nel nostro gergo si chiama “Tetania” ed è una cosa normalissima, le prime volte, come sanno tutti quelli che hanno sperimentato il respiro circolare.
Lei ha pensato bene di rivolgersi alla sua dottoressa che le ha dato questa “prescrizione”:
Non sia mai, non devi farlo mai più, è “pericolosissimo”, vai in “iperventilazione”!!!!
Ovviamente cosa pensate sia successo?
La cliente oggi è venuta a dirmi che non se la sente e non vuole fare la seduta di respiro.
Si è documentata, ha comprato dei libri dove parlano di iperventilazione, ha cercato su internet in merito e
tutto quello che ha trovato è stato: “terrore” terrorismo vero e proprio.
Questo è quello che ho trovato io su Wikipedia (scritta in blu):
Si definisce iperventilazione una serie frequente di atti respiratori che NON portano ad un aumento massiccio di ossigeno [senza fonte] bensì una riduzione notevole dell’anidride carbonica nel sangue.
Allora c’è da notare quel “senza fonte” e già qui ci sarebbe da dire, quindi non è attendibile perchè chi ci dice che è così, è un sentito dire da qualcun altro.
Dal punto di vista della durata dell’apnea, l’irrisorio aumento dell’ossigeno potrebbe sembrare avere effetti positivi; in realtà, la diminuzione della concentrazione di anidride carbonica porta a non avvertire la “fame d’aria”, dato che è proprio la quantità di questo composto che informa il sistema nervoso centrale riguardo la necessità a respirare; ritardando quindi lo stimolo ventilatorio, l’ossigeno presente può così scendere a valori troppo bassi, provocando una sincope ipossica.
In quest’altro paragrafo si dice che “l’irrisorio” aumento dell’ossigeno
Cenni storici
In passato, l’iperventilazione era una tecnica molto usata dai grandi dell’apnea; ora invece si preferisce ricorrere a nuove tecniche di ventilazione e rilassamento, come la respirazione pranayama.
Sintomatologia
Fra i sintomi si riscontrano:
• Respiro troppo rapido e superficiale;
• Possibile dolore toracico o altri sintomi simili all’attacco cardiaco;
• Possibile sensazione di formicolio alle estremità superiori e crampi alle dita;
• Agitazione.
Terapia
Tentare di calmare e rassicurare il soggetto;
Monitorare le funzioni vitali (stato di coscienza, respiro e circolo), se incosciente chiamare o fare chiamare il 118;
Far respirare il soggetto dentro un sacchetto di carta (aumentando così il livello di anidride carbonica nel sangue).
Per chi non ne sa nulla ovviamente questa è la Bibbia, se lo dicono qui o lo dicono i dottori deve essere per forza così.
Ma ti pongo una domanda e prova a rispondere dopo che hai riflettuto.
Se tutti vanno in giro in “ipoventilazione” e cioè praticamente respirano lo stretto necessario per rimanere in vita (quella che viene chiamata “normalità”), sarà normale parlare di iperventilazione se uno respira giusto o regolare?
Se passi dallo stato di ipoventilazione (sopravvivere) ad uno stato più elevato (che dovrebbe essere la normalità), è normale che proverai delle differenze a cui non sei abituato, ma da qui a demonizzarlo perchè qualcosa non la si conosce e c’è un sacco di ignoranza, si è fuori di testa.
D’altro canto la cosiddetta “scienza” che deve analizzare e trovare qualcosa senza prendere in considerazione l’intero essere umano ma solo una piccola parte e poi dichiarare che quella cosa influenza la vita della persona’ cosa ormai accettata come “legge” senza alcun riscontro reale, è altrettanto fuori di testa.
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Un abbraccio
Paolo Cericola
Maestro di Respiro